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L'Europa e i Biocarburanti 2.0 PDF Stampa E-mail
2013
20
Settembre

Il Parlamento Europeo ha adottato una nuova politica sui biocarburanti, sono infatti previste importanti novità per il 2020.

 

biocarburanteLa nuova regolamentazione europea impone nuovi limiti per l'utilizzo dei biocarburanti.

L'obiettivo è di abituare al consumo dei combustibili di nuova generazione ricavati da fonti alternative e di rifiuto, diminuendo l'utilizzo di quelli a coltura agricola per ridurre l'emissione di gas serra e aumentare il numero di terreni per la coltivazione di derrate alimentari, considerando che la fertilizzazione delle materie prime è inquinante e dispendiosa, (es. per un litro di biodisel servono 4000 litri d'acqua). 

I biocombustibili agricoli (mais, colza, olio di palma) non dovranno superare il 6% del consumo finale di energia nel settore dei trasporti entro il 2020, un altro 2,5% è destinato al consumo dei biocarburanti 2.0, lavorati attraverso il processo di pirolisi, derivanti da alghe, scarti e rifiuti.

 

La Coldiretti ha stimato che per soddisfare la domanda di consumo dei 34 milioni di mezzi presenti in Italia non basterebbero 40 milioni di ettari, considerando che in Italia la superfice agricola è di soli 13 milioni.

La decisione è stata raggiunta con una maggioranza ristretta, 336 voti a favore contri i 327 contrari e 14 astensioni. La controversa soluzione ha spaccato in due il Parlamento di Strasburgo, in molti hanno criticato la decisione dei rappresentanti europei.

Le associazioni ambientaliste non sono daccordo sulla bassa percentuale da adottare entro il 2020, per i produttori di biodisel è un rischio per 220mila posti di lavoro.

Il motivo di tale decisione è scaturita da alcuni studi pubblicati dall'Ifpri, International food policy research institute, dal titolo "Cambiamento indiretto della destinazione dei terreni", il dossier mostra come l'aumento delle emissioni cancella i benefici dei biocarburanti agricoli che producno meno agenti inquinanti all'atto della combustione rispetto al petrolio, ma prendendo in considerazione tutto il ciclo di produzione e consumo il bilancio non sempre è positivo.

Il centro di ricerche studi americano, European Biodiesel Board, rivela invece l'esatto opposto, la percentuale calcolata dall'Ifpri è nettamente superiore, quasi un 95% in più rispetto ai dati rilevati dal centro ricerche statunitense.

 

La verità sta nel mezzo? In molti non sono d'accordo, il compromesso europeo è una soluzione semplicistica tra il disatro ambientale che causano le colture dei biocarburanti e il finanziamento della stessa comunità ai produttori di biodisel. I sussidi americani ed europei per la coltivazione del carburante sono maggiori rispetto a quelle per il consumo alimentare e finanziano anche le costose tecniche di lavorazione, che con l'aumento del prezzo del greggio, hanno raggiungo lo stesso livello di redditività per i produttori.

© TN - TRASPORTONOTIZIE  Riproduzione riservata

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