L'ultimo viaggio della Costa Concordia |
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Cronaca |
2014 04 Agosto |
La Costa Concordia viene alata nel bacino di carenaggio di Sestri Ponente. E’ terminato il suo ultimo viaggio.
La Concordia e Genova si ritrovano al termine di un lungo corteo funebre che ha percorso i suoi ultimi chilometri tra tuoni, lampi e schizzi di pioggia. È tornata a morire dove è nata, la nave; e forse é giusto così. La Concordia era uscita 9 anni fa dai cantieri di Sestri Ponente luccicante come una pietra preziosa; tra poche ore entrerà nel porto di Pra-Voltri sporca di fango e malandata. E’ entrata in porto senza più un’anima, tenuta a galla da quegli enormi cassoni d’acciaio chiamati “sponson”, che altro non sono che la trasfigurazione ingegneristica di becchini che portano una bara. Ci sono voluti 924 giorni per vederla di nuovo qui, grazie all’ingegno e alla competenza di una squadra composta da aziende private e, incredibile a dirsi, dallo Stato, che una cosa sola aveva giurato: fare qualcosa di impensabile per dimostrare che questo Paese ha sì i suoi Schettino ma è pur sempre la patria di Leonardo Da Vinci. Liberare il Giglio da quel gigante adagiato contro gli scogli senza contaminare per sempre quel paradiso, ridare dignità ad un paese preso a sberle da mezzo mondo dopo la bravata del comandante e la morte di 32 persone che hanno avuto l’unica colpa di volersi prendere una settimana di vacanza. Ci vorrà un po’ per capire fino in fondo l’impresa che il grande regista di questa operazione, Nick Sloane ha compiuto grazie all’aiuto di una squadra eccezionale. Un’impresa realizzata da un gruppo fantastico che dimostra che gli italiani quando vogliono sanno raggiungere traguardi straordinari.
Così, quando la tramontana spazza via le nuvole, davanti alla nave compare prima il profilo verde della Liguria e poi, alle 16.00, l’inconfondibile linea stretta e lunga della città l’ha accolta. “Chi guarda Genova” cantava Ivano Fossati “sappia che Genova si vede solo dal mare, quindi non stia lì ad aspettarsi qualcosa qualche cosa di più”. La Concordia l’ha vista proprio da lì e davvero in pochi ci credevano. Ora si può anche scrivere la parola fine, alla storia della Concordia, ma non alla grandi opere degli italiani operosi. Roberto Gianusso
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