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In Italia la benzina è la seconda più tassata d'Europa PDF Stampa E-mail
Cronaca
2013
16
Luglio

La benzina italiana è la seconda più cara d'Europa dopo gli olandesi, l'indagine della Cgia di Mestre mette a confronto i costi dei paesi dell'eurozona.

caro-benzinaIl prezzo della benzina in Italia è il secondo più caro d'Europa, lo confermano i dati raccolti il 13 Luglio dall'associazione artigiani piccole e medie imprese di Mestre. Nessuno in Europa paga la benzina cara quanto noi italiani, esclusi gli olandesi, vittime come noi del rincaro carburante per colpa delle tasse.
Il prezzo medio dellla benzina pari a 1,742 euro al litro, lo scalino più alto del podio spetta all'Olanda con 1,797 euro al litro.
Il prezzo del carburante, in Italia, si compone di tre parti: prezzo netto del combustibile, che include il guadagno del gestore e del petroliere (31,33% sul prezzo complessivo), le accise e l'imposta per il valore aggiunto.
Il livello di tassazione arriva a 1,030 euro al litro, mentre in Olanda sfiora i 1,059 euro al litro. Rispetto alla media dei paesi del continente la benzina nostrana registra un incremento del 0,204 al litro, il dato medio di incidenza fiscale è del 53,7% in Italia si registra un incremento del 5,4% (59,1%), inferiore solo alla Finlandia (59,2%) che comunque mantiene un presso della benzina inferiore alla penisola.
Discorso simile per il gasolio, ma in questo caso il carburante per il motori diesel ha il prezzo più alto in Europa: 1,624 euro al litro, 0,228 euro in più rispetto alla media europea.
Non ci si meraviglia se per ogni litro versato nella nostra vettura paghiamo all'Erario 0,899 euro, con un'incidenza fiscale sul prezzo della pompa pari al 55,4%, otto punti in più sopra la media.
Le accise sono dunque il motivo scatenante del prezzo elevato dei carburanti in Italia, l'imposta sui consumi, diversa dall'Iva in quanto proporzionale alla quantità e non al valore, viene applicata alla corrente elettrica, ai tabacchi, alcool e gas, introdotte dai vari Governi che si sono susseguiti sono imposte di scopo, create ad hoc per emergenze finanziarie improvvise.
Ecco tutte le emergenze che hano contribuito al rincaro del carburante in Italia:

  • La guerra in Abissinia del 1935 (0,001 euro);
  • La crisi di Suez del 1956 (0,007 euro);
  • Il disastro del Vajont del 1963 (0,005 euro);
  • L'alluvione di Firenze del 1966 (0,005 euro);
  • Il terremoto del Belice del 1968 (0,005 euro);
  • Il terremoto del Friuli del 1976 (0,051 euro);
  • Il terremoto in Irpinia del 1980 (0,039 euro);
  • La spediaizone militare in Libano del 1983 (0,106 euro);
  • La spedizione militare in Bosnia del 1996 (0,011 euro);
  • Il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004 (0,020 euro).
  • 0,0073 Euro in attuazione del Decreto Legge 34/11 per il finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, di enti ed istituzioni culturali.
  • Emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011, ai sensi della Legge 225/92 (0,040 euro)
  • L’alluvione in Liguria ed in Toscana del novembre 2011 (0,0089 euro).
  • In seguito al Decreto Legge 6 dicembre 2011 n. 201 “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici” (Manovra Monti) del governo Monti, (0,112 Euro sul diesel e 0,082 Euro per la benzina)
  • 0,02 euro per far fronte al terremoto dell’Emilia Romagna del 2012

Per un totale di 0,4072 euro per ogni litro di benzina, senza contare il peso fiscale portato al 21% dell'Iva, che grava quasi 0,3117 euro al litro. Ora si che i conti tornano.

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